ICE 60, la prova di una barca nata per correre

Fast cruiser di 18 metri progettato dallo studio Felci Yacht Design per armatori esigenti quanto a prestazioni e qualità di costruzione. Ha layout a tre o quattro cabine con cucina verso prua. Gli esterni si distinguono per la pulizia del ponte e le manovre distribuite su sei winch
Qualità di costruzione, prestazioni e volumi negli interni. Il primo Ice 60 varato dal cantiere italiano Ice Yachts non passa inosservato. Lo abbiamo provato a La Spezia, in Liguria, in una giornata con poco vento, condizioni che seppur poco divertenti hanno esaltato le qualità della carena disegnata da Umberto Felci. Ed è proprio lui che ci racconta gli elementi che la distinguono.

«La filosofia è simile a quella dell’Ice 52, ma salendo di taglia i contenuti cambiano e il rapporto crociera/regata è più orientato sulla prima grazie ai maggiori volumi interni, dove c’è posto anche per la quarta cabina. La carena ha un disegno a calice, stretta quando è piatta e con i suoi appoggi a barca sbandata. Le linee si erano già dimostrate ottime con il 52 e ci è sembrato giusto, in linea di massima, mantenere gli stessi concetti. Il 60 ha un dislocamento relativo più leggero, perché la barca si allunga, mentre la superficie velica relativa è uguale. La barca è proposta con due tipi di armi: un albero di circa un metro più basso (versione della prova, n.d.r.) e un pescaggio ridotto a 2,95 metri, molto poco per una barca da 18 metri. La versione più spinta ha invece un albero maggiorato e un pescaggio più profondo che dà maggiori performance e stabilità. Dal punto di vista stilistico è simile al 52, con la differenza che la tuga non prosegue oltre l’albero per lasciare spazio a un’ampia vetrata che illumina la cucina, che è a prua. Gli interni sono più moderni e con meno parti tondeggianti. Il pozzetto è ampio, ben rifinito e ha tutte le manovre dove servono per uno scafo da regata: winch sulla tuga per le manovre, i primari sul paramare e quelli della randa verso poppa. Le manovre sono ben distribuite, non abbiamo ceduto nel mettere i due winch di randa e fiocco affiancati, perfetti in crociera, ma scomodi in regata con equipaggio numeroso. Questa prima unità è stata costruita con fibre miste di vetroresina e carbonio, è molto rigida e il peso si attesta intorno alle 18,8/19 tonnellate».

Lo scafo è laminato (come anche il ponte di coperta) su stampo femmina con fibre miste di vetroresina e carbonio tramite infusione di resina epossidica. Le strutture di carbonio sono laminate in opera sottovuoto e diventano un tutt’uno con scafo e coperta. Il risultato è un guscio che, a vuoto, pesa 3.900 kg e la coperta appena 1.050 kg. Il 60 pesa solo 1.300 kg in più rispetto al vecchio 62, che era però una barca dalla vocazione più racer. Il 60 ha, inoltre, circa il 14 per cento di volume in più negli interni e una poppa di un metro più larga.

Marco Malgara, titolare e amministratore delegato del cantiere, ci racconta alcuni dettagli costruttivi che fanno la differenza: «Ice Yachts ha ereditato tutta la capacità di lavorare i materiali compositi del cantiere precedente, CN Yacht 2000, e anche a noi piace sperimentare continuamente nuovi materiali e tecniche, con l’obiettivo di migliorare i processi costruttivi e risparmiare peso. Il nostro punto di forza è l’artigianalità, riusciamo infatti a venire incontro a richieste particolari dei nostri armatori. Studiamo ogni soluzione e, se fattibile, cerchiamo di accontentarli».
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Mentre siamo al timone, virando tra un salto di vento e l’altro apprezziamo le dimensioni corrette, (mai troppo ingombranti) e l’allestimento delle colonnine dei timoni: hanno lo spazio necessario per un grande strumento multifunzione, un piccolo tridata e, soprattutto, per la pulsantiera da cui gestire il piano velico in grande comodità. Questa prima unità è armata dalla veleria italiana Diamond Sail con vele in membrana filmless e fili di Dyneema SK99.

Albero e boma con avvolgiranda integrato sono di Southern Spars, mentre tutta l’elettronica è Raymarine. Con un vento mai superiore agli 8 nodi, l’Ice 60 fila silenzioso toccando punte di 7,8 nodi e senza quasi una cima in giro, tutto passa incassato, fatta eccezione per la scotta del fiocco. La pulizia del ponte di coperta è un elemento che salta subito all’occhio regalando un’apprezzabile sensazione di ordine.

Con il grande Gennaker e un vento che cala sempre di più la barca naviga a velocità sempre superiori ai 6 nodi con punte anche oltre i 7. Spinto da un motore Volvo D3 da 150 cv ed elica a 3 pale Flex-o-Fold la barca naviga a circa 8,3 nodi a 1.900 giri (regime tranquillo) mentre a 2.500 è in grado di procedere a 9,8 nodi. La massima è di 10,5 nodi.
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