Prova Sunbeam 46.1, il cruiser per girare il mondo

Linee meno estreme del solito e spigolo a prua sono i punti di forza della carena del 14 metri austriaco. Una barca dedicata a coppie ed equipaggi poco numerosi che sognano lunghe navigazioni per il mondo. Ha vinto il premio EYOTY nella categoria Luxury Cruiser
Lungo 14,75 metri, il Sunbeam 46.1 è l’ammiraglia della flotta del cantiere austriaco, che la definisce una “long distance sport luxury boat”. Lunghe distanze e sport sono quindi le parole chiave di una barca «progettata per una coppia che vuole girare il mondo», così Gerhard Schöchl, uno dei proprietari dell’azienda.

Il Sunbeam 46.1 è stato nominato, e ha poi vinto, la categoria Luxury Cruiser dell’European Yacht of the Year battendo Hallberg-Rassy 57 e Wauquiez Pilot Saloon 42. Prestazioni, ergonomia del pozzetto e della zona timoneria, comfort e facilità di conduzione anche con vento forte sono state alcune delle carte vincenti durante le prove a Port Ginesta, in Spagna.

Il 46.1 è costruito in modo tradizionale: scafo laminato a mano e rinforzato da un ragno strutturale ivetroresina. Meno comune è invece l’attenzione all’isolamento termico e alla posizione degli impianti, tutti sopra alla linea di galleggiamento, cavi elettrici compresi.
Diciamolo subito, il 46.1 non ha un prezzo popolare, si parte da 398.000 euro + Iva per arrivare facilmente, Iva e accessori compresi, oltre al mezzo milione. Ma è un oggetto che vale il suo costo e che comprende diverse garanzie, come i dieci anni per problemi alla giunzione tra scafo e chiglia e altrettanti per quelli tra scafo e coperta; contro l’osmosi gli anni sono sette. Non solo, tra i servizi offerti dal cantiere c’è il controllo tecnico di attrezzatura di coperta, rigging e scafo dopo la prima stagione.
Sottocoperta si distingue per il layout a tre cabine e due bagni con cucina e armatoriale a vincere a pari merito il premio per l’ambiente più confortevole. La prima ha ampi piani di lavoro, buona capacità refrigerante e cestino della spazzatura integrato (peccato per i soli due fuochi), la seconda diventerà l’oggetto dei desideri di tante signore per il letto a isola e i due guardaroba.

Da sottolineare la qualità del legno (teak africano e rovere sono le due scelte): utilizzo abbondante di massello dove possibile e fogli di legno “vero” e non ricreato artificialmente per le finiture di mobili e paratie. Abbiamo apprezzato diversi dettagli, come il supporto cilindrico dell’albero rivestito di teak e i numerosi corrimano.

Grande timone e spigolo a prua

Mentre navighiamo al largo di Port Ginesta con un vento tra 11 e 13 nodi una qualità brilla su tutte le altre: la morbidezza costante del timone. Anche con la barca sbandata è impossibile perderne il controllo perché si può letteralmente timonare con una mano sola, cosa che facciamo spesso mentre filmiamo brevi video da bravi mobile journalist quali siamo diventati. E a proposito, i video delle prove sono pubblicati sul nostro canale Youtube.

Ancora una volta è Gerhard Schöchl a raccontarci le soluzioni tecniche che hanno permesso questo ottimo feeling al timone: «abbiamo scelto una carena con linee meno estreme rispetto ad altre barche simili e una sola pala del timone al posto della sempre più diffusa soluzione a due. La pala è equilibrata grazie anche al fatto che è più grande di quanto dovrebbe (è simile a quella di un 50’, n.d.r.), inoltre lo spigolo di carena verso prua da volume alla cabina armatoriale e fornisce il suo contributo anche alle prestazioni».

Il Sunbeam 46.1 è armato con albero di alluminio e randa avvolgibile nell’albero con stecche verticali e vele Doyle. Con 11 nodi di vento reale e tutti i 115 mq di superficie velica a riva boliniamo a 7 nodi, mentre con il Code 0 e il vento salito a 13 nodi filiamo tra 7,5 e 8,3 nodi con puntate a oltre 9 nodi. Un ritmo esaltante che ci piacerebbe provare nel corso di navigazioni ancora più stimolanti, magari in oceani più impegnativi.
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