Fountaine Pajot Aura 51 prova in mare: come va, pregi e difetti

Spazi esterni abitabili in pozzetto, flybridge e ponte di prua. Interni con layout da quattro a sei cabine. Il 15 metri francese si distingue per la capacità di accogliere gli ospiti nel comfort assoluto. E con il vento giusto non delude chi cerca un mezzo per mettersi alle spalle tante miglia con poca fatica

1/5

Con una tradizione nella costruzione di catamarani che comincia nel lontano 1976, Fountaine Pajot ha oggi a listino quattro modelli a motore da 40 a 67 piedi e ben sette a vela da 40 piedi fino a 57 piedi, con un 80 piedi in via di definizione. L’Aura 51 è l’ultimo dei modelli varati ed è il più grande multiscafo ancora gestibile dagli armatori prima che sia necessario avere a bordo un equipaggio; sostituisce il Saba 50, un catamarano che ha avuto un’importante fortuna commerciale e che ha aperto la via verso la realizzazione di yacht rifiniti e indirizzati ad una clientela più raffinata ed esigente.

La qualità costruttiva, degli assemblaggi e l’attenzione ai dettagli è cresciuta negli anni e quest’ultimo 51’ ne rappresenta lo stato dell’arte, dove design e cura sono i temi che più colpiscono quando si è a bordo. Si tratta di uno yacht dagli spazi vivibili enormi, pensato per offrire un comfort senza compromessi anche per lunghe permanenze in mare, il tutto, senza perdere di vista la capacità di navigare bene e mantenere buone velocità medie.
È il primo modello della gamma ad offrire in opzione pod elettrici per la propulsione e l’idrogenerazione, accompagnati da adeguati pacchi batteria e relativo gruppo elettrogeno. In via di sviluppo c’è anche un sistema per la generazione di energia elettrica tramite pile a idrogeno.

1/5

Più spazio in salone e pozzetto

Rispetto al predecessore, questo 51 piedi offre maggiori volumi vivibili in ogni ambiente, pur mostrando linee più armoniose e filanti con una maggiore coerenza fra le finestrature, la sovrastruttura e le forme degli scafi dalla caduta prodiera rovesciata. La sovrastruttura è imponente, ampiamente finestrata e sorregge un flybridge che può contare su prendisole e perfino su un divano a C dal quale si gode una vista privilegiata su tutto l’orizzonte. Rimane spazio sufficiente per i pannelli solari installati a filo della scocca e in grado di generare una potenza nominale di 2 kW. Il layout di coperta introduce una maggiore continuità fra pozzetto e il salone all’interno della sovrastruttura grazie alla possibilità di aprire la finestratura che li divide: una soluzione che migliora la comunicazione tra la cucina e il tavolo del pozzetto e che aumenta le dimensioni percepite degli spazi. Il pozzetto risulta protetto e coperto fino ad estrema poppa e gli spazi prendisole sono riservati alla zona prodiera, dove c’è anche un vero e proprio quadrato.
La postazione di comando si trova a dritta, sollevata su un livello mediano compreso fra il piano del ponte e il flybridge. È un’area dalle dimensioni contenute sulla cui seduta possono trovare posto due persone e che può essere chiusa con tettoia e parabrezza; da qui passa anche l’unico accesso al fly. Enorme lo stivaggio in genere, sono diversi i gavoni nel pozzetto e, a prua della sovrastruttura, è ricavato un gavone tecnico profondo, capace di inghiottire letteralmente allo stesso tempo due gennaker, il gruppo elettrogeno e un motore fuoribordo.

1/12

Spazi senza confini

Opzionabile in quattro diversi layout, da quattro fino a sei cabine, passando per le versioni Full Maestro che dedicano l’intero scafo di sinistra alla suite armatoriale, ha una disposizione degli ambienti sempre equilibrata per offrire la necessaria privacy e un accesso rapido alle aree conviviali. I volumi a disposizione per i vari ambienti sono impressionanti e la continuità fra area aperta del pozzetto, dove è ricavata la vera e propria zona pranzo, con l’area all’interno della sovrastruttura, cancella del tutto il confine formale fra dentro e fuori.


All’interno della deck house domina la cucina che fa affidamento su un’isola decentrata sulla sinistra e che costituisce il cuore dello spazio sociale nei momenti conviviali al di fuori di pranzo o cena. A contribuire alla qualità della vita in questo ambiente ci sono le lunghe e ampie finestrature laterali e anche la possibilità di aprire una parte della vetrata frontale a creare una corrente d’aria che attraversa tutto il ponte fino al pozzetto. Spazi di stivaggio sono ricavati ovunque, i due frigoriferi a cassetti hanno ottime dimensioni anche se sono in prossimità dell’accesso allo scafo di sinistra e ci si ritrova a metà del vano scala per accedervi. Gli stessi bordi spigolosi dei mobili, privi di inserti in massello, danno l’impressione di potersi rovinare presto anche se, a onore del vero, l’esemplare del nostro test aveva già alle spalle lunghe navigazioni e non mostrava segni particolari di usura.


Proprio l’esemplare della prova godeva dell’allestimento Full Maestro con lo scafo di sinistra dedicato alla suite armatoriale, ambiente dove nulla della gran quantità di spazio disponibile rimane inutilizzato: ci sono una zona spogliatoio di fronte agli armadi a tutta altezza, un’area studio con scrivania e un bagno di prua con un box doccia di dimensioni casalinghe; l’elemento più affascinante è l’accesso diretto al ponte di poppa dal tambuccio al lato del letto matrimoniale. Lo scafo di dritta era allestito con tre cabine, di cui quella di poppa con accesso diretto dal pozzetto e le due più a prua con accesso dall’interno della sovrastruttura. Tutte e tre le cabine hanno un bagno privato con box doccia separato.

1/7

Un cat macina miglia

Un cat di questa tipologia e dimensioni non ha l’ambizione di emozionare al timone, tanto più con una timoneria idraulica che non lascia alcun feedback. Di fatto, una barca come questa è pensata per lunghe navigazioni affidate al pilota automatico e alla capacità di macinare miglia a medie di tutto rispetto. Dalla postazione di comando si controlla l’elettronica di gestione della navigazione, sono a portata di mano tutte le manovre e si ha una buona vista verso prua e verso poppa, per contro, la posizione asimmetrica non offre sempre una buona visione sul lato di sinistra quando si naviga mure a dritta.


Con il grande gennaker a riva, si riesce a navigare sufficientemente veloce anche con poco vento e già con circa quattro nodi di vento, a vele bianche, ci si muove a 3 nodi. Ma è con velocità superiori a 10 nodi che questa barca comincia a prendere il suo passo e navigare sempre a velocità comprese fra 7 e 10 nodi: sono proprio queste le medie che si vogliono tenere nelle lunghe traversate, quando correre più forte riduce il comfort e richiede una maggior attenzione alla gestione della navigazione. Fra i quattordici e i sedici nodi di reale, l’Aura 51 naviga a qualsiasi andatura fra i 9 e i 10 nodi, pacioso, rassicurante e con un beccheggio contenuto, senza la necessità di prendersi troppo cura delle vele. A motore la rumorosità è contenuta e, con l’opzione dei propulsori da 75 cv invece che quelli di serie da 60, a 2.000 giri si naviga a 8 nodi con un consumo compreso fra i 4 e i 5 litri/ora.

SCHEDA TECNICA

Lunghezza f.t. m 15,54
Lunghezza al gall. m 15,00
Lunghezza scafo m 15,54
Larghezza m 8,08
Pescaggio std m 1,58
Dislocamento a vuoto kg 18.100
Serbatoio acqua lt 900
Serbatoio carburante lt 900
Superficie velica bolina mq 95
Motori std/opt 2 x 60/75 cv
Omologazione CE categoria A
Progetto Berret Racoupeau Design

Prezzo listino da 1.047.000 euro

IVA esclusa f.co cantiere con 2 x Volvo D60 versione Full Maestro (4 cabine e 4 bagni)

CANTIERE

Fountaine Pajot, La Rochelle (FRA).

Lista dealer su www.catamarans-fountaine-pajot.com

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Le ultime prove